I nuovi ingredienti sulle tavole italiane

Fin qui i nostri approfondimenti sul mondo della ristorazione hanno preso in considerazione il cambiamento di mentalità dei ristoratori, la loro progressiva “professionalizzazione”, e in contemporanea la nascita di nuovi regimi alimentari.

Questi, in particolare, mettono i locali davanti a scelte importanti: continuare coi menu tradizionali (magari perdendo soldi) o buttarsi nel rischioso mondo della sperimentazione culinaria?

Ingredienti “esotici”: non bisogna chiudersi alle novità

Se la scelta è assolutamente personale e dipende dal tipo di clientela che si cerca di intercettare, insieme con la zona nella quale si lavora, è fuori di dubbio che ci siano degli ingredienti che prendono sempre più piede in cucina, e i ristoranti che lavorano in questi anni non possono stare solo a guardare.

Anche quelli più legati a “un’ortodossia alimentare” hanno chef che si divertono a sperimentare con nuovi prodotti o tecniche provenienti da altri paesi, e spesso i risultati di questi veri e propri sconfinamenti, fra cucina con le patate dolci, i fagioli azuki o le alghe portano a risultati sorprendenti che conquistano pubblico e critica.

Buoni e fanno bene: una mappa delle proprietà

Certo, non tutto è adattabile alla nostra tradizione, né è possibile creare piatti classici con alcuni ingredienti provenienti da paesi esotici, ma alcuni inserimenti non solo attirano i curiosi, ma fanno anche bene alla salute (e alla cassa del locale!).

Il miele di manuka, proveniente dalla Nuova Zelanda, per esempio, ha proprietà antibiotiche, mentre l’ormai notissimo avocado contiene gli stessi Omega 3 del salmone, senza uccidere nessun animale.

E ancora, la curcuma regola il metabolismo e aiuta a perdere peso: aggiunta ai piatti si rivela un alleato particolarmente prezioso per quelle donne in una fascia d’età delicata, che magari sono interessate ad aumentare il seno e a perdere peso per stare meglio con se stesse.

Un altro caso di proprietà benefiche associate a un ingrediente stravagante è quello del minari, cui di recente è stato dedicato anche un film: è “solo” prezzemolo, ma aiuta con i dolori addominali, specie quelli legati al ciclo mestruale.

Forse non potremo usarlo nella salsa verde che si serve col bollito, ma bisogna sempre ricordare che nemmeno i pomodori hanno sempre fatto parte della nostra cultura alimentare: anche loro erano “extracomunitari“, e li abbiamo amati solo dopo qualche secolo dalla loro introduzione!

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